Unicredit che a sorpresa presenta una proposta di acquisto a Banco BPM, mi ricorda me quando entro da Zara per dare uno sguardo…e poi svaligio lo store di Piano D’Accio.
Per i non addetti ai lavori, pare che nelle ultime ore, Unicredit abbia manifestato l’intenzione di ampiare il proprio raggio di azione e diventare il secondo gruppo bancario più grande del Paese.
Vorrebbe farlo acquistando un gruppo bancario di segmento medio, come Banco Bpm. Agevole da inglobare, in salute e a buon prezzo. L’acquisto perfetto.

Come ogni volta che si presenta un’azione di acquisto, fusione o incorporazione di tale portata, lo Stato ha la possibilità di evocare un superpotere: il Golden Power!
A sentirlo così, immagineresti un mega Power ranger a difesa dei più deboli che stanno per essere fagocitati, in realtà di tratta della facoltà della Presidenza del Consiglio di monitorare e dove necessario, bloccare investimenti che potrebbero essere lesivi del mercato finanziario e produttivo.
Il Golden Power è stato introdotto nel 2012 per tutelare dei segmenti sensibili e strategici come la difesa, l’energia, le telecomunicazioni, la robotica, la protezione dei dati personali e la sanità.
E’ una sorta di diritto di veto, che ha lo stato per bloccare operazioni che potrebbero rivelarsi pericolose: acquirenti poco trasparenti, gruppo di potere troppo grandi da gestire…
Immaginate se un’azienda di Pechino acquistasse la nostra Telecom… a detta dei complottisti ascoltano già i nostri discordi dai bollitori di the, figuriamoci cosa potrebbe succedere con un’azienda di telecomunicazioni nazionale, si tratta di prevenire i rischi per la sicurezza nazionale.
Lo Stato ha quindi l’obbligo di essere informato se società estere hanno l’intenzione di acquisire quote significative di asset strategici nazionali e può bloccare o modificare l’operazione.
Pro e contro? Proteggere l’italianità… ma scoraggiare gli investitori esteri ad investire nel nostro Paese.
E tu cosa ne pensi?
Elisabetta Massa



















